Uso e abuso di alcol tra gli adolescenti: alcuni dati
Da numerose ricerche svolte a livello europeo si evince come il fenomeno di uso e abuso di alcol tra gli adolescenti sia in costante evoluzione, soprattutto negli ultimi dieci anni. Le caratteristiche “classiche” di tale evento sono infatti mutate nel tempo. Nel prossimo articolo proporrò alcune linee progettuali di intervento rispetto a questa tematica.
Qualche anno fa l’ubriacatura poteva essere considerata come un fenomeno sporadico che interessava un numero esiguo di soggetti nella maggior parte adulti. Attualmente rappresenta invece un avvenimento di frequenza notevolmente elevata che ha la sua massima espressione nei fine settimana ed in particolare tra gli adolescenti. Questo trend è riscontrabile anche in Italia; i dati evidenziano una tendenza significativa di una generazione che vede in prima linea i giovanissimi adolescenti: il 41,75% dei ragazzi ed il 20,8% delle ragazze al di sotto dei 18 anni beve abitualmente nel week-end sino ad ubriacarsi, seguiti dal 18,85% dei maschi ed il 9,4% delle femmine tra i 19 ed i 24 anni.
In fondo alla classifica risultano i 25enni, tra cui si registra il 7,55% dei maschi ed il 5,5% delle femmine dediti al consumo smodato di sostanze alcoliche. Nell’ultima classe presa in esame si registra la più elevata percentuale di sobri, quasi a dimostrare che con l’età c’è la tendenza al mettere giudizio. L’uso di alcol nella popolazione, in particolare tra i giovani, è quindi oggi motivo di crescente preoccupazione.
Oltre alla concentrazione del consumo delle bevande alcoliche nel fine settimana, una tendenza che ha preso piede negli ultimi anni, anche nel nostro paese, è il cosiddetto rito del “butellon“, ovvero il consumo di diverse tipologie di bevande alcoliche nella stessa serata. Le bevande vanno dal vino alle sostanze alcoliche e superalcoliche di più basso costo. Questa situazione ha luogo in particolare nel nostro Paese in Regioni del Nord-Est e del Nord-Ovest.
Al fine di evidenziare quanto detto in precedenza in relazione all’elevato consumo di sostanze alcoliche, i dati relativi al consumo pro-capite della popolazione superiore ai 15 anni in Italia evidenziano un consumo annuo della seguente entità: 58 litri di vino, 33,5 di birra, 1,4 litri di superalcolici.
Dal 2007 ad oggi è cresciuto del 5% il fenomeno del binge drinking, ovvero del bere esclusivamente allo scopo di ubriacarsi. Questa pratica si afferma all’1,9% tra i ragazzi fra gli 11 e i 15 anni. Essa raggiunge il valore più alto, il 17,2%, tra i 20 e i 24 anni. Si evidenzia che l’evento è più diffuso nel Nord-Est, dove coinvolge un ragazzo su dieci al di sotto dei 29 anni, mentre lo è un po’ meno nel Nord-Ovest (8,6%) e al Sud, dove si ferma al 7%. Come già evidenziato dagli ultimi dati riportati, il consumo di sostanze alcoliche tra i giovani risulta di maggiore preoccupazione nel Nord Est.
Nonostante l’Italia possa definirsi in confronto al resto d’Europa un paese moderato per quanto riguarda il consumo di sostanze alcoliche, il Veneto si è sempre classificato al di sopra della media nazionale rispetto alla problematica presa in esame. I motivi di tale primato vanno ricondotti ad aspetti storico culturali. Tra gli adolescenti spesso gli alcolici vengono consumati anche per facilitare le relazioni sociali; vengono infatti considerati come “preparatori” di eventi importanti come serate in discoteca, concerti o partite sportive. Nella Regione Veneto il 3,6% degli undicenni, il 5,4% dei tredicenni e l’8,2% dei quindicenni dichiarano di bere alcolici quotidianamente. Queste percentuali salgono rispettivamente al 7,6%, al 19% ed al 45,2% nel caso di frequenza settimanale. Sia per l’uso quotidiano sia per quello settimanale, le differenze tra i tre stad\i d’età (11-13-15 anni) risultano essere statisticamente significative. Per quanto concerne il consumo dei diversi tipi di alcolici, gli undicenni bevono soprattutto vino, seguito dalla birra e dai superalcolici. Nei tredicenni e nei quindicenni invece la bevanda alcolica preferita risulta essere la birra. In quest’ultimi oltre a ciò la frequenza nel consumo di superalcolici supera quello del vino. Il fatto può essere interpretato alla luce del fatto che bere vino per accompagnare i pasti giornalieri fa parte della cultura della Regione Veneto. Solitamente intorno agli undici anni si rileva un primo avvicinamento agli alcolici per mezzo del vino, in famiglia oppure per occasioni speciali. Con il procedere dell’età i ragazzi sposterebbero le loro preferenze su altre categorie di alcolici (birra e superalcolici), presumibilmente più vicine alla cultura giovanile.
Una volta esaminata tendenza territoriale del consumo di sostanze alcoliche, si voleva prendere in esame gli effetti dell’abuso di tali sostanze, in particolare in relazione all’età adolescenziale. L’alcol etilico, pur essendo presente in abitudini e stili alimentari, è classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità quale sostanza psicoattiva che può determinare effetti tossici sull’organismo e portare a un consumo rischioso ed alla dipendenza. Uso e abuso di alcol tra gli adolescenti determina l’aumento del rischio d’insorgenza di patologie alcol-correlate come la cirrosi epatica, le malattie croniche del fegato, le malattie cardiovascolari, alcuni tumori, oltre che incidenti stradali, infortuni domestici e sul posto di lavoro e varie altre problematiche personali, familiari e sociali. I problemi dovuti al consumo di sostanze alcoliche vengono spesso sottovalutati. I costi umani, sociali ed economici che ne derivano sono però spesso molto elevati. Oltre a ciò la spesa per tali sostanze è portata ad aumentare per la perdita della produttività lavorativa, l’aumento dei costi sanitari e giudiziari. In Italia sono riconducibili al consumo di alcol i seguenti dati: 1. Il 5% della popolazione presenta patologie alcol correlate di rilievo clinico, 2. 30.000 morti all’anno, 3. > 10% il numero dei ricoveri ospedalieri, 4. > 10% infortuni sul lavoro e/o domestici, 5. > 30% incidenti stradali, 6. Anni di vita persi fino al 10%, 7. 10% dei tumori, 8. 63% delle cirrosi epatiche, 9. 41% degli omicidi.
Se si pensa al consumo di alcol in relazione alla sfera dell’adolescenza, i problemi che ne emergono sono ancora più critici. Gli adolescenti infatti, diversamente dagli adulti, stanno ancora portando a termine il loro percorso di sviluppo. Oltre allo sviluppo fisico ed organico, tale crescita corrisponde anche al bagaglio delle lezioni di vita di ogni individuo. Si sottolinea come un approccio precoce ed invasivo alle sostanze alcoliche possa portare la persona all’immaturità, alla mancanza di responsabilità, alla fragilità emotiva, alla mancanza di fiducia e al desiderio di gratificazione immediata correlata alla mancanza estrema di tenacia. Il consumo di alcol durante l’adolescenza può influenzare anche lo sviluppo cerebrale. Oltre a questi aspetti si evidenzia che una persona che inizia a bere come teenager, ha 4 volte più probabilità di sviluppare dipendenza da alcol rispetto a chi attende fino all’età adulta per il consumo di tali sostanze. Il consumo di alcol è la principale causa di incidenti stradali, e della conseguente morte, tra i giovani di 15-20 anni. Il tasso degli incidenti mortali dovuti all’abuso di sostanze alcoliche tra i 16 e i 20 anni è doppio rispetto alla parità del tasso di alcol per i conducenti di oltre 21 anni.Uso e abuso di alcol tra gli adolescenti è spesso anche causa di morte per annegamento, omicidio e suicidio. A proposito del rischio di incidenti stradali dovuti all’abuso di sostanze alcoliche, una ricerca dell’Istat sottolinea come la maggior parte degli incidenti avvenga nel fine settimana, nelle ore serali. Il mese più a rischio sarebbe quello di luglio. La fascia più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è quella tra i 25 e i 29 anni. Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata risultano essere le prime tre cause di incidente e costituiscono da sole il 45,86% dei casi. Lo stato psico-fisico alterato del conducente, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi (2%), va segnalato per la gravità degli eventi. Le cause principali che rientrano in tale categoria sono: l’ebbrezza da alcol (4.246 casi pari al 71% della categoria), il malore, l’ingestione di sostanze stupefacenti o psicotrope ed il sonno. Soltanto in 685 casi, che pesano per lo 0,2% sul totale, sono stati i difetti o avarie del veicolo ad aver causato gli incidenti. Il comportamento scorretto del pedone o lo stato psico-fisico alterato dello stesso si rileva in 9.339 casi e pesa per il 3,11% sul totale delle cause di incidente. Infine uso e abuso di alcol tra gli adolescenti viene spesso associato a comportamenti a rischio, come uso di sostanze illegali o la devianza. Concludendo l’alcol rientra tra i fattori che incidono sullo stile di vita della persona e sulla possibilità per il soggetto di condurre una vita sana con un basso rischio di contrarre malattie non infettive; come il cancro, l’ictus o altre malattie analoghe. Per questo si parla di prevenzione sanitaria e di educazione alla salute, come mezzi per arginare la possibilità da parte del soggetto di contrarre gravi malattie che potrebbero avere su di lui effetti nocivi e letali. Da tutti i dati riportati emerge una situazione problematica non solo attualmente ma anche per il futuro. Il consumo di sostanze alcoliche in età giovanile, infatti, porta ad andare incontro a tutta una serie di problematiche al livello della salute fisica, psichica e sociale della persona.
Nel prossimo articolo proporrò alcune possibili linee di intervento per rispondere a questo fenomeno.
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